L’Ultima cena, chiamata anche Cenacolo vinciano, è un dipinto parietale alto 4,6 metri e largo 8,8 realizzato da Leonardo da Vinci nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Si tratta della più famosa rappresentazione dell’ultima cena e di una delle opere più imponenti e famose dell’artista e di tutto il Rinascimento, così importante da essere dichiarata nel 1980 Patrimonio dell’UNESCO. Eccone la storia, la descrizione e le curiosità.
Che cosa rappresenta l’Ultima cena
Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21 e ritrae Cristo seduto al lungo tavolo della cena, al centro della scena e con ai lati i dodici apostoli, divisi in quattro gruppi da tre. Il momento rappresentato da Leonardo da Vinci è quello in cui Cristo annuncia agli apostoli che uno di loro li tradirà. Nel pronunciare la frase Cristo assume un’espressione solenne, con la testa piegata, gli occhi socchiusi e la bocca leggermente aperta e gli apostoli ascoltano le sue parole, ognuno con una reazione emotiva diversa. Oltre ai personaggi, nella scena sono presenti numerosi dettagli, come le tre finestre sul retro, le vettovaglie e il cibo sul tavolo e le linee architettoniche, che creano una particolare prospettiva per cui il dipinto diventa un’illusione ottica che allunga la stanza e crea un ambiente nell’ambiente. L’Ultima cena di Leonardo da Vinci è molto diversa dai Cenacoli realizzati da altri artisti. La prima differenza è la scelta del vangelo di Giovanni e non di quello di Marco come fonte per realizzare l’opera, la seconda è la scelta di posizionare Giuda insieme agli altri apostoli e non da solo, per rendere il dipinto ancora più carico emotivamente.
I personaggi dell’Ultima cena
Oltre a Cristo, nella scena del Cenacolo vinciano sono presenti anche i dodici apostoli, raggruppati in quattro gruppi da tre. Questi, come Gesù, sono rappresentati da Leonardo nel pieno delle loro emozioni, in quanto l’artista al momento della realizzazione dell’opera sta studiando i cosiddetti moti dell’anima, ovvero l’espressione dei sentimenti. I sentimenti degli apostoli sono rappresentati in modi diversi. I più vicini a Gesù hanno reazioni e sentimenti forti e visibili, mentre quelli posizionati più lontani hanno reazioni più contenute.
In particolare, partendo dal gruppo più esterno a sinistra, sono rappresentati Bartolomeo che si spinge in avanti per ascoltare meglio, con le mani appoggiate sul tavolo, Giacomo Minore che prova a chiamare Pietro poggiandogli la mano sulla spalla e Andrea che alza le mani per lo stupore e lo spavento. Nel secondo gruppo Pietro si rivolge a Giovanni, come per avere altre informazioni, mentre in una mano tiene un coltello - lo stesso coltello con cui secondo il Vangelo taglia l’orecchio di un soldato per difendere Gesù durante il suo arresto -. Giovanni ha una espressione sofferente e Giuda, colto dallo spavento, tiene tra le mani il sacchetto con i trenta denari.
Alla destra del dipinto, nel primo gruppo accanto a Cristo, Tommaso dubita delle parole appena pronunciate, mentre Giacomo ha un’espressione spaventata e disgustata e Filippo con un gesto delle mani sembra voler dimostrare di essere innocente. Nel gruppo più esterno, gli apostoli Matteo, Simone e Taddeo discutono animatamente tra di loro, probabilmente per capire chi è il traditore.
Storia dell’opera
Il Cenacolo viene realizzato da Leonardo da Vinci su commissione di Ludovico il Moro. L’artista inizia il lavoro nel 1494 e lo termina nel 1498, realizzando il dipinto non come un affresco, una tecnica rapida incompatibile con lo stile di lavoro di Leonardo, più lento, riflessivo e meticoloso, ma con la tecnica della pittura su tavola. A causa di questa scelta e anche della tipologia di parete, particolarmente umida perché esposta a nord e a contatto con le cucine, l’opera comincia velocemente a degradarsi, tanto che per evitare che vada perduta nel corso dei secoli subisce numerosi interventi di restauro. Il più importante è iniziato nel 1977 ed è stato concluso nel 1999, e nel 2017 è iniziato un intervento per igienizzare il microclima del Cenacolo.
Le copie del Cenacolo vinciano
Fortunatamente, nonostante il progressivo degrado dell’Ultima Cena, esistono numerose copie realizzate su tela da altri artisti che possono mostrare com’era il Cenacolo vinciano all’epoca della sua realizzazione. Tra queste, la più fedele al Cenacolo originale è l’opera di Giampietrino, realizzata circa nel 1520 e custodita oggi al Magdalene College di Oxford, ma si ricordano anche le opere di Marco d’Oggiono e di Cesare da Sesto, realizzate circa nella seconda metà del Cinquecento. Grazie a queste copie è possibile ammirare il colore vivido dell’opera di Leonardo e il suo aspetto originale.
Curiosità sul Cenacolo vinciano
Il capolavoro di Leonardo da Vinci negli scorsi anni è stato al centro di nuove interpretazioni esoteriche a causa dell’uscita del libro di Dan Brown, Il Codice da Vinci. Secondo Dan Brown l’apostolo Giovanni è in realtà Maria Maddalena, considerata l’amante di Gesù, in quanto è dipinto con caratteristiche femminili, e nel dipinto compare una mano che tiene un coltello impossibile da attribuire a uno degli apostoli. Nel dipinto inoltre manca il calice utilizzato da Gesù durante la cena, così come le aureole sulle teste dei personaggi raffigurati.
Tutte le teorie elencate hanno portato a pensare che Leonardo da Vinci fosse un eretico, ma in realtà queste ipotesi sono state confutate grazie ai diversi studi e restauri che sono stati fatti dell’opera. Dagli ultimi restauri è emerso che la mano che tiene il coltello è senza dubbio quella di Pietro, così come è certo che Giovanni sia effettivamente un apostolo e non Maria Maddalena, rappresentato con tratti delicati e gentili come vuole l’iconografia del tempo. Per quanto riguarda il calice, esso non è citato nel passo del Vangelo di Giovanni da cui Leonardo prende spunto per realizzare il dipinto, mentre la mancanza delle aureole è una caratteristica di molti dipinti del tempo.